Recentemente il malcontento generale, diffuso anche fra chi decide di rivolgersi al legale per una problematica da affrontare, mi ha portato su un percorso noto, utilizzato negli anni, ma ora necessario più che mai per raccogliere quella fiducia dal cliente, in un risultato non inavvistabile come tempi e mezzi da usare, che è solamente il ricorso allo stragiudiziale .
D’ accordo sul necessario ricorso giudiziale, quando il momento storico del cliente lo impone, per una immediata tutela , di corsa.
Ma poi, dopo il passo che ripara il cliente, la strada più soddisfacente da coniugare con un impegno profondo, è spiegare al cliente come definire con una conciliazione, o addirittura nei casi in cui il ricorso al tribunale no si sia reso necessario, percorrere lo stragiudiziale,
E qua ci vuole il nostro avvocato anni 2014: conoscenza del caso,competenza si spera, consapevolezza della personalità del tuo cliente e giusto modo di trattare con la controparte. niente finzione tutto deve essere vero . autentico. devo credere realmente nel progetto da seguire e devo tenere contatti con i legali avversari che pongano le basi per una vera apertura. la capacità di scremare, di fare entrare il cliente in un ambito di conoscenza del da farsi che lo rende protagonista della storia. stigmatizzare i passaggi nodali.
Insomma, dominare con la testa la scena ma portarsi il cliente al fianco, preparato a capire cosa significa transare adeguatamente e recuperare certezza , con la soluzione cercata e apprezzata.
E’ un nuovo modo di lavorare, che esclude le facciate d’ immagine, ma che deve colpire con l’ immagine della autenticità, col risultato acchiappato a tutto tondo.
il cliente sarà sereno e l’ autonomia gestionale applicata farà crescere la fiducia nella Giustizia.