Come avvocato mi ritrovo in questo tempo di Covid19,e vedo che i protagonisti di questo pezzo di Storia sono i malati, i medici e il personale sanitario nel contesto delle strutture ospedaliere pubbliche del sistema sanitario nazionale in una gestione di direttive governative , queste ultime in recezione delle direttive della organizzazione mondiale della sanità.
E vediamo decessi di malati e di medici e personale sanitario e i parenti di queste vittime nello strazio di dolore e nella maturazione di consapevolezze anche in merito all’inoltro di azioni legali da intentare contro medici e altri soggetti che individuano come responsabili dei lutti.
A chi ha preso contatti con me e il mio studio per rappresentare gli occorsi, mi rapporto come legale con cautela di giudizio, con misura, ritenendo più che mai necessaria una valutazione preliminare del caso in tutte le sue dinamiche di tempi , modalità di gestione del malato deceduto, per capire se, e se sì, in che ambito di responsabilità fare rientrare il caso; e allora la difficoltà di disamina del caso e la valutazione di eventuali responsabilità terze, si fa alta altissima – contemperare il dovere del medico di darsi al paziente unitamente all’inadeguato corredo di protezione personale dal virus , in un ospedale pubblico con limitazioni di strutture e presidi e quindi dove arriviamo?
Vedo tagli alla spesa pubblica per gli ospedali, sproporzionati alle necessità di essere in grado di supportare ricoveri numerosi da gestire in strutture pronte all’emergenza – quindi riflessi inevitabili sui risultati del reggere l’emergenza, riflessi sulla vita dei medici e su quella dei ricoverati –
La sanità pubblica si è rivelata sfornita e bisognerà capirne il perché , e contemperare il perché con l’adeguatezza del soccorso medico e di quanto i medici fossero necessariamente esposti al rischio di infettarsi come di fatto è avvenuto, per capire dove sta lo spazio di una individuabile responsabilità dei decess.
Compito da svolgere con rispetto del cliente nelle sue aspettative, per aprire un giudizio se la probabilità di successo sia fondata per non andare ad appesantire la Macchina della Giustizia e non raccogliere risultati soddisfacenti.
Parma, 4 aprile 2020
Avv. Maria Chiara Piragine,
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